Nel 1998 l’Università di Modena ha preso la denominazione di Università di Modena e Reggio Emilia, articolandosi secondo un modello organizzativo a “rete di sedi” che ha pochissimi esempi in Italia. Contemporaneamente, hanno preso avvio a Reggio Emilia le facoltà di Scienza delle comunicazioni, quella di Agraria e la seconda facoltà di Ingegneria e, a Modena, quella di Lettere e filosofia. 

L’interesse per la meteorologia osservativa e quindi ambientali si è di conseguenza esteso alla nuova sede dell’Ateneo, sia per le attività di ricerca svolte a Reggio Emilia sia per le richieste dai media locali in occasione dei sempre più frequenti eventi meteorologici intensi, dai temporali alle ondate di calore, alle piogge intense e alle opposte lunghe siccità. 

A questo si è aggiunto il “piano energetico di Ateneo”, per il quale erano appunto necessari rilievi meteorologici accurati oltre che a Modena, anche nei pressi dei nuovi edifici del Campus San Lazzaro di Reggio Emilia.

Si è così installata, nell’ottobre 2013, la nuova stazione meteorologica “Reggio Emilia San Lazzaro”, sempre con la modalità della doppia strumentazione, principale e di back up. La stazione è stata collocata nell’area verde retrostante l’edificio Buccola, ottimale per le misure termoigrometriche e pluviometriche, mentre resta da trovare  sia la modalità sia il supporto economico per posizionare a norma WMO le misure di velocità e direzione vento.

I dati dei sensori confluiscono in modalità wireless, tramite un apposito ripetitore, ai datalogger ospitati posti presso la reception dell’edificio Buccola, e da qui via rete al centro di acquisizione dati della rete meteorologica nel laboratorio “Osservatorio Geofisico”.