Sorge questo Regio Osservatorio fra li due fiumi, Secchia e Panaro, che scorrono poco lungi quello da occidente a settentrione e quello da mezzogiorno a levanti, diretti a scaricare nel Po le loro acque, di che son copiosi a primavera e nel verno per grandi piogge o al disciogliersi delle nevi dell’Appennino, e restandone quasi affatto privi nella parte inferiore dell’alveo, allorché nella stagione del calore e della siccità le acque superiori ne vengon tratte e condotte per canali a oggetto di mulini ed irrigazioni
L’Osservatorio Geofisico di Modena
L'Osservatorio Geofisico di Modena è una delle istituzioni storiche dell'Università di Modena e Reggio Emilia.
Attualmente è gestito e fa parte del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”.
Responsabile scientifico: Prof. Sergio Teggi
Responsabile tecnico: Luca Lombroso
Staff Osservatorio: Francesca Despini, Sofia Costanzini
News
L’Osservatorio Geofisico e Unijunior
Sabato 18 Marzo 2023 l’Osservatorio Geofisico ospita i bambini di Unijunior con una lezione dal titolo ” MeteoViaggio. Meteorologi per un giorno” Sono previsti due incontri, il primo alle 15.00 e il secondo alle 16.00 presso l’Osservatorio dove i bambini potranno vedere e toccare con mano strumenti storici e scoprire qualcosa di più sul cambiamento climatico. Maggiori informazioni e prenotazioni cliccando questo link N.B. L’Osservatorio si trova nella torre di levante del Palazzo Ducale di Modena (guardando il palazzo è la torre di destra). La salita alla torre è di circa 150 scalini e non ci sono dispositivi per la salita di persone con difficoltà motorie. Si raccomanda pertanto un buono stato di salute. Lezione a numero limitato di partecipanti.
Comunicato stampa: il 2022 è l’anno più caldo di sempre
L’Osservatorio Geofisico di Unimore si appresta a concludere l’anno con una nuova registrazione record: il 2022 è l’anno più caldo da inizio osservazioni meteo a Modena ovvero dal 1861. “La tendenza – affermano Sofia Costanzini, Francesca Despini, Luca Lombroso – appariva chiara già da novembre, ora con gli ultimi caldi giorni natalizi arriva la conferma. I dati mostrati sono provvisori, mancano ancora alla statistica gli ultimi giorni dell’anno, ma poco cambierà riguardo ai risultati”. La temperatura media dell’anno, infatti, risulta di 16.7/16.8°C; il primo decimale dopo la virgola non condizionerà la sostanza: il precedente anno più caldo, 2014, ha registrato una temperatura media di 16.3°C, dunque l’anno in corso supera il precedente record, già straordinario, di circa mezzo grado. Per curiosità, si ricorda che l’anno più freddo risale al 1881 con una temperatura media di 11.8°C. Anche il mese di dicembre, con una temperatura media di 7.2/7.3°C, chiuderà da record superando i 7.1°C del recente dicembre 2019. Altrettanto eccezionale il risultato delle elaborazioni per l’autunno meteorologico (trimestre settembre-ottobre-novembre) che con una temperatura media di 17.5°C supera i 17.3°C dell’autunno 2018. Fino al 1990 l’anno più caldo non aveva mai superato 14.5°C, registrati nel 1945, ora sceso al 26° posto fra gli anni più caldi. Negli anni 1990 iniziò un ripetersi continuo di record, prima nel 1994 e poi nel 1997 quando fu superata per la prima volta la soglia dei 15°C, con 15.2°C, poi nel 2014 appunto quella di 16°C. Ricapitolando, in tabella questi sono i 10 anni più caldi, sono tutti anni appartenenti al XXI secolo e, in particolare, nove su dieci sono anni successivi al 2010. AnnoTemperatura media annuale (°C)202216.7201416.3201916.2201516.1201816.1202016.1201716.0200715.9201115.8201615.8 Quanto alle piogge, l’anno 2022 si conclude con 522.9 mm, la grave siccità della prima parte dell’anno si è attenuata negli ultimi mesi, ma resta pur sempre un deficit pluviometrico del 25%. A completare il quadro di questa prima analisi, le altre stazioni confermano un anno di caldo record. Modena Campus chiude con 15.3°C, Reggio Emilia con 15.1°C, nelle seppur brevi serie storiche di queste stazioni, entrambe sono da record. Nella figura le “Warming Stripes” dell’Osservatorio Geofisico di Modena, un’elaborazione ideata da Ed Hawkins, climatologo dell’Università di Reading in Gran Bretagna. Ogni striscia rappresenta la temperatura media dell’anno considerato e le viene attribuito un colore più o meno caldo a seconda dell’anomalia di temperatura di quell’anno rispetto ad un trentennio preso come riferimento, nel caso presente il 1961-1990.
Meteo Pillole e Curiosità
6 Maggio 1861
Le previsioni per domenica 5 maggio 2019 parlano di pioggia per la città di Modena con possibilità di nevicate però anche a basse quote… In attesa di vedere se domani ci sveglieremo con qualche fiocco bianco (ovviamente in mezzo a tanta pioggia), torniamo un pò indietro nel tempo…. Per vedere la neve a maggio a Modena bisogna tornare al 6 maggio 1861, giornata in cui l’allora Direttore dell’Osservatorio Geofisico annotava: Dalla mezzanotte del 5 fino alle 2 h del 6 neve copiosa, che raggiunse l’altezza di 10 centimetri. Alla neve tenne dietro la pioggia. I rami di molti alberi si ruppero per il soverchio peso della neve. Nel mattino del 6 i tetti rimasero coperti fin verso le 10 h. Alle 14 h era scomparsa ogni traccia di neve. Pietro Tacchini, 6 maggio 1861
Alcune note di aprile degli anni passati
La notte scorsa brina e di mattina qualche bruscolo di neve..24 Aprile 1855 A Modena vento forte. Segnalato a Fiumalbo forte uragano, tuoni, lampi, pioggia dirotta, neve per 20 e più cm, vento impetuoso.27 Aprile 1881 Temporale con grandine rada e grossa, alle 2.34 del pomeriggio era allo stato deliquescente.20 Aprile 1884
Un pò di Storia
L'Osservatorio Geofisico fu istituito nel 1826 per volere del Duca Francesco IV d’Este che concesse in uso perpetuo gratuito la torre di levante Palazzo Ducale per l’istituzione, allora, di un Osservatorio Astronomico.
Nel corso degli anni, subì una lunga evoluzione sia per il mutare degli interessi scientifici sia per i fatti storici intercorsi, dall’Unità d’Italia alle guerre Mondiali, divenendo prima Osservatorio Meteorologico quindi Geofisico.
Anche oggi, pur con i nuovi interessi ambientali, mantiene la denominazione originale (Osservatorio Geofisico) perché è quella che più si addice e con la quale è nota ai modenesi e non solo.
Fin dalla nascita, oltre alle osservazioni degli astri, venivano annotate anche le condizioni e osservazioni meteorologiche originando così la serie storica meteoclimatica di Modena. Questa serie rappresenta il filo conduttore dell'unione del passato col presente ed è una delle più lunghe e ininterrotte d’Italia, tanto da essere stata oggetto di varie pubblicazioni nel corso del tempo. Essa rappresenta quindi un bene di notevole interesse storico, scientifico e culturale. Peraltro l’Osservatorio Geofisico di Modena è uno dei pochi, in Italia, che continua ad esistere ed operare e ad eseguire le misure nel medesimo sito di origine.
Attualmente le osservazioni sono state ampliate a varie altre grandezza meteorologiche, geofisiche e ambientali e sono effettuate anche in altre stazioni nel territorio modenese e reggiano che confluiscono nella rete locale di osservazioni gestita presso il LARMA (laboratorio di Analisi, Rilevamento e Monitoraggio Ambientale) nella sede di via Vivarelli del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”.
Le osservazioni meteorologiche e geofisiche costituiscono un elemento essenziale per molti settori di ricerca dell'Università di Modena e Reggio Emilia, alcune delle quali sono descritte nella sezione Ricerche.
La sede storica dell'Osservatorio Geofisico, presso il torrione di levante di Palazzo Ducale, ha anche al suo interno un Museo Astronomico e Geofisico che raccoglie il notevole patrimonio storico museale dell’Osservatorio. I manoscritti delle osservazioni, libri e documentazione storica, strumenti scientifici del XIX-XX secolo astronomici, meteorologici, geofisici, ottici ecc sono parte integrante dell’Osservatorio Geofisico.